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Software di montaggio video digitale

Ciao a tutti. Proseguiamo la nostra avventura sul montaggio video.

Questo post conclude la serie dei sei articoli “Che cos’è il montaggio?“, ma state tranquilli che per vostra fortuna o sfortuna 🙂 non smetterò mai di pubblicare articoli riguardanti il tema del montaggio video (fase fondamentale nella realizzazione di un prodotto audiovisivo).

Oggi vi parlo dei software di video editing, o più semplicemente programmi di montaggio video, usati in ambito professionale.

Schema software editing

Avid media composer e Final cut pro sono i due programmi più utilizzati in ambito professionale e broadcast.

In Italia Avid media composer  è il più diffuso in ambiente televisivo (Rai, Sky, Mediaset) e cinematografico, anche se Final cut pro (esclusivamente per piattaforma Mac) si ritaglia un importante ruolo soprattutto nelle piccoli produzioni indipendenti.

Entrambi i software sono potentissimi e sono ancora più performanti se abbinati ad hardware esterni che fungono da accelleratori grafici e da dispositivi di collegamento input/output (come ad esempio potrebbe essere un Nitris per Avid).

Avid e Final cut sono programmi abbastanza complessi e ricchi di strumenti e settaggi che consentono il massimo controllo delle clip, aumentando enormemente il potenziale creativo del montatore.

Questi due programmi sono progettati per sfruttare al meglio la tastiera del computer piuttosto che il mouse (ogni pulsante infatti può essere abbinato ai tasti o a combinazioni di tasti), ed è proprio questa caratteristica che velocizza notevolmente i tempi del montatore, fondamentali nel mondo professionale.

Le ultime versioni di Avid media composer e di Final cut tendono comunque ad essere sempre più intuitive e meno complesse. Se da una parte è maggiore la facilità di utilizzo del programma, dall’ altra gli automatismi e le interfacce grafiche semplificate rendono in parte meno creativo il lavoro del montatore. E’ per questo che in molti preferiscono le versioni precedenti. Detto questo ciò che cambia è veramente poco e i programmi sono fondamentalmente gli stessi.

Un gradino più in basso c’è Adobe Premiere, programma di tutto rispetto, che, soprattutto nelle ultime versioni, si sta evolvendo molto quasi toccando le vette dei due programmi top di cui vi ho parlato prima.

Grazie alla sua semplicità di utilizzo e alla notevole compatibilità con i vari formati video e con gli altri programmi grafici (fanno parte infatti del pacchetto Adobe programmi come Photoshop, Illustrator, After Effects), Premiere, si sta diffondendo sempre di più nell’ ambiente professionale.

Altri programmi utilizzati da produzioni video sono Sony Vegas Pro e Edius, anch’ essi software di tutto rispetto molto migliorati nelle ultime versioni.

Uscendo dall’ ambiente professionale possiamo trovare software come ad esempio Avid Studio o Pinnacle Studio che nel loro piccolo possono essere comunque molto utili.

In conclusione se volete lavorare come montatori è fondamentale conoscere software come Avid Media Composer, Apple Final cut Pro e Adobe Premiere Pro.

Ma ricordate sempre :

se non si conosce veramente cos’è il cinema, qual’è il suo linguaggio, se non si capisce l’importanza di un immagine ed il suo significato, se non si apprende veramente l’essenza del montaggio, anche conoscendo alla perfezione tutti questi programmi non si costruirebbe niente. E di certo non ci si potrebbe definire montatori.

Per domande, dubbi e consigli basta lasciare un commento. Grazie ancora a tutti per la partecipazione al blog 🙂

Alla prossima!

Montaggio e Grafica

Da sempre  l’elemento grafico ha una certa importanza nel montaggio. Le transizioni ne sono l’esempio più lampante (dissolvenze, tendine, iris…). In un film (o qualunque altro tipo di video)  che si rispetti però, la forma deve essere sempre in stretto contatto con il contenuto.

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Non posso fare a meno di citare Saul Bass, forse il vero precursore della grafica moderna nel video. E’ a lui che dobbiamo le sequenze dei titoli di testa di film come Psycho, Vertigo, Intrigo internazionale, Spartacus, Quei bravi ragazzi, ecc…

Con Saul Bass la sequenza dei titoli di testa di un film, ha cominciato ad assumere un importanza tale da raccontare in pochi minuti già di cosa parla il film stesso : una sequenza che sia una vera e propria opera d’arte.

Oggi più che mai, nell’ era del digitale e della pubblicità sempre più insistente, l’elemento grafico assume molta importanza.

In un qualunque video va tenuto conto, oltre che dell’ orizzontalità (la classica successione di immagini che compone una sequenza), della verticalità.

Questo sta a significare che non abbiamo più solo un immagine in gioco, ma più strati di immagini  ( e testi, illustrazioni, elementi grafici). In poche parole abbiamo la possibilità di lavorare un immagine su più livelli video (o tracce).

Per dare forma a queste composizioni in movimento, il montatore (ipotizzando che se ne occupi lui in prima persona), ha a disposizione vari strumenti operativi. Alcuni di questi sono:

  • Trasparenza: E’ lo strumento che consente di regolare la presenza di un livello (o layer) rispetto ai livelli sottostanti. Ne regola quindi l’opacità.
  • Picture-in-picture : E’ il tipico strumento per posizionare e dimensionare l’immagine all’ interno del quadro (in Adobe premiere si trova nel “motion”). Altri paramentri permettono di “croppare” l’immagine (ritagliarla partendo dai bordi) di ruotarla, ecc… Ad esempio in Avid Media Composer (software di montaggio) la rotazione  può essere anche tridimensionale.
  • Keying : E’ lo strumento che serve a ritagliare uno o più elementi presenti in un immagine, in modo tale che tutto il resto risulti trasparente (canale alpha) lasciando così la visione dei livelli sottostanti. Il chroma key ad esempio agisce sul colore eliminando parti di colore ben precise. Gli esempi più famosi sono quelli del verde o del blu che vengono utilizzati per inserire sfondi di qualunque tipo in una scena girata in un semplice studio.

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Tanti altri sono gli strumenti che consentono modifiche grafiche, come gli effetti di colore, di painting, di velocità.

Ma ciò che più è importante è la possibilità di gestire uno o più effetti contemporaneamente andando a modificare l’effetto nel corso del tempo (inteso come lo scorrere dei fotogrammi) grazie al Key frame (o fotogramma chiave, o punto di ancoraggio).

Il Key frame permette di modificare l’effetto applicato all’ immagine in quel singolo fotogramma, di conseguenza applicando vari Key frames a più fotogrammi l’effetto si modificherà nel tempo nel modo che più preferiamo.

Ricapitolando si può lavorare su uno o più livelli, combinando uno o più effetti, modificandoli nel corso dei fotogrammi e gestendoli a nostro piacimento.

Tutte queste possibilità accrescono sempre più il nostro potenziale creativo e questo è fantastico.

Una cosa però è molto importante : la creatività ottenuta grazie a tutti questi strumenti di post-produzione, non deve mai perdere di vista il contenuto.

E’ il contenuto che fa grandi le nostre storie.

Il Montaggio “visibile” e i suoi strumenti

Ciao a tutti e ben ritrovati! Oggi parliamo del montaggio “visibile”.

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Se con il montaggio invisibile si cerca di illudere lo spettatore  nascondendo tutto l’artificio cinematografico, con quello “visibile” si vuole proprio dichiarare la finzione del cinema, mostrando volutamente gli stacchi di montaggio e ricordando continuamente allo spettatore che sta assistendo alla visione di un film.

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Questo tipo di montaggio è usato prevalentemente nelle pubblicità o nei videoclip, ma tanti sono i registi che lo utilizzano nei loro film creandone un vero e proprio stile.

Andiamo ora ad elencare alcuni strumenti del montaggio “visibile” :

  • Jump cut : e’ un attacco che mette in evidenza la “non differenza” tra le due (o più) inquadrature.

Questo si può ottenere modificando il meno possibile l’angolazione e il piano delle due o più inquadrature che si susseguono, oppure mostrando nelle inquadrature che si susseguono gli stessi personaggi in luoghi e tempi diversi.

  • Flashback o Flashforward : “Salto” nel passato o nel futuro.

Ovviamente sapete tutti di cosa stiamo parlando e anche se lo scopo di questi strumenti non è quello di rendere visibile il montaggio si tratta comunque di rottura della continuità visiva.

  • Inserto non diegetico : Un inquadratura di “qualcosa” che è estranea allo spazio e al tempo del racconto e che quindi va ad interrompere la regolare successione delle inquadrature.
  • Estensione : La durata della rappresentazione è superiore a quella dell’ evento rappresentato.

Si può ottenere con la ripetizione dell’ evento in più inquadrature, o semplicemente con il rallenty.

  • Overlapping editing : E’ la sovrapposizione temporale, ovvero in un’ inquadratura la ripetizione di un azione che è già avvenuta nell’ inquadratura precedente.
  • Scavalcamento di campo : Oltrepassare la linea dei 180° andando a “rompere” la continuità dei raccordi.

Questi sono alcuni strumenti del montaggio “visibile”. E’ chiaro che tante piccole sfumature ne creano degli altri, ma qui ho elencato i principali.

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Per osservare meglio questo tipo di montaggio vi consiglio di vedere i film di Lars Von Trier, oppure i film della “Nouvelle vague”, oppure i film della “New Hollywood” che spesso contengono sequenze davvero memorabili che fanno uso di rallenty, jump cut e così via.

Bene, anche per oggi è tutto. Il prossimo appuntamento sul montaggio è strettamente legato al mondo della grafica, che, con l’era del digitale, offre un potenziale creativo enorme. E’ una argomento davvero interessante e vi invito a continuarmi a seguire.

Grazie a tutti, alla prossima!

Il montaggio invisibile e i suoi strumenti

Il montaggio invisibile è quello che il “cinema classico” ha sempre cercato di ottenere.

Un montaggio che non sia percepibile dallo spettatore, un montaggio che crei l’illusione della realtà, che ricostruisca l’unità spazio-temporale della scena senza che lo spettatore si accorga degli “stacchi” con lo scopo di farlo immergere completamente nella storia.

Il montaggio invisibile non è altro che la ricerca della continuità della quale abbiamo già parlato.

Per ottenere questa continuità bisogna fare in modo che le inquadrature siano raccordate correttamente.

I raccordi sono l’elemento fondamentale per ottenere una continuità visiva e sonora che non distolga l’attenzione dello spettatore lasciandolo “immerso” nella storia.

I raccordi sono di vario tipo:

  • Raccordo sul movimento : Un movimento iniziato nella prima inquadratura continua in quella successiva.
  • Raccordo sull’ asse : Da un inquadratura all’ altra cambia solo la distanza dal soggetto inquadrato rimandendo invece sullo stesso asse (qui lo stacco risulta un po’ “forzato”, è infatti un tipo di raccordo ormai superato).
  • Soggettiva : Un inquadratura mostra un personaggio che osserva qualcosa  mentre quella successiva mostra ciò che il personaggio sta osservando.
  • Raccordo sonoro : Elementi sonori (dialogo, musica, rumori) si sovrappongono a due inquadrature legandole tra loro.

Per ottenere continuità e non confondere lo spettatore è necessario tener conto dello spazio a 180°.

Ogni volta che si inquadrano due soggetti o più, si “crea” tra loro una linea immaginaria degli sguardi che divide lo spazio in due sezioni di 180°. Per non confondere lo spettatore la macchina da presa dovrà essere posizionata sempre all’interno dello stesso spazio di 180° senza mai “scavalcare il campo”

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Lo spazio a 180° crea di conseguenza dei nuovi raccordi da rispettare:

  • Raccordo di posizione : Due personaggi ripresi in un’ inquadratura l’uno a destra e l’altro a sinistra, dovranno mantenere la stessa posizione in quella successiva.
  • Raccordo di direzione : Un personaggio che esce di campo a destra dovrà rientrare a sinistra in quella successiva.
  • Raccordo di direzione di sguardi : Se  il personaggio A guarda verso il fuori campo a destra  dove c’è il personaggio B, nell’inquadratura del personaggio B quest’ultimo dovrà guardare verso sinistra.

A volte c’è bisogno di altri tipi di espedienti per fare in modo che la continuità venga mantenuta.

Questi espedienti sono ad esempio l’impallamento (si stacca nel momento in cui un oggetto o un soggetto riempie parzialmente o totalmente il campo dell’inquadratura), l’inserto (un inquadratura di “qualcos’altro” che faccia parte della scena), i piani d’ascolto (inquadrature di personaggi che non parlano ma che stanno ascoltando).

Nel montaggio invisibile si fa uso di vari tipi di montaggio come quello parallelo o alternato, ma soprattutto, con un grande lavoro di precisione, si fa uso del montaggio ellittico. Qui le ellissi temporali, piccole o grandi che siano, devo essere impercettibili agli occhi dello spettatore (nel senso che anche se vengono percepite, non devono diventare elemento di “distaccamento” dalla storia da parte dello spettatore).

Altro fondamentale elemento di continuità è il fuori campo video e sonoro che può fungere da collegamento tra un inquadratura e l’altra.

Ora che abbiamo capito cos’è il montaggio invisibile con le sue regole e la sua classicità siamo pronti ad infrangere queste regole come fa il montaggio “visibile”.

Nel prossimo articolo parlerò proprio di questo. Ma ricordate sempre una cosa, per infrangere le regole bisogna sempre prima conoscerle e saperle rispettare.

Ciao a tutti e alla prossima! Commentate!

Tipi di montaggio

Ciao a tutti e ben ritrovati! Oggi vi parlerò dei vari tipi di montaggio.

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Questo articolo è una sorta di glossario dove sono elencate le varie tipologie di montaggio con la relativa spiegazione del significato e con esempi di film (con tanto di link youtube) dove possiamo ritrovare queste tecniche.

Nei prossimi articoli sul montaggio “invisibile” e  quello “visibile” troverete una spiegazione più approfondita di tutte queste tecniche.

Ma adesso è arrivato il momento di cominciare.

  • Montaggio alternato : alterna inquadrature di due o più eventi che si svolgono in ambienti diversi ma che sono destinati a convergere in uno stesso spazio.

Esempio http://www.youtube.com/watch?v=7bjA-4no1ZY

Nel film L’altro uomo di Alfred Hitchcock, possiamo ammirare una straordinaria sequenza iniziale dove il montaggio alternato è perfettamente funzionale alla storia. Due sconosciuti si incontrano casualmente e da quel momento si svilupperà un terrificante legame tra loro. Hitchock ci presenta i personaggi in questo modo: prima vediamo i piedi di un uomo che vanno in una direzione, poi vediamo quelli di un altro uomo che vanno nella direzione opposta. Con gli stacchi di montaggio continuiamo a passare dai piedi di uno a quelli dell’altro, fin quando, saliti sul treno, i due si incontrano. Questo è il montaggio alternato alla perfezione perchè la direzione delle camminate degli uomini ci suggeriscono ancora di più che i due si incontreranno in uno stesso ambiente.

  • Montaggio parallelo : Come il montaggio alternato solo che in questo caso gli eventi e i personaggi procederanno sempre lungo strade parallele senza mai convergere in uno stesso spazio.

Esempiohttp://www.youtube.com/watch?v=xJm26M6igp0

Nel film Il mistero dell’acqua di Kathryn Bigelow, vengono contrapposte due storie ambientate in epoche diverse. Viene da se che il passaggio dall’una all’altra storia è legato da stacchi di montaggio parallelo. Nel link il trailer del film che vi consiglio di vedere.

  • Montaggio ellittico : è un montaggio di contrazione temporale. Ovvero lo stacco funge da ellissi temporale non mostrando determinate azioni ma sintetizzandole e procedendo col racconto.

Esempiohttp://www.youtube.com/watch?v=gtQO93-x_f0

Nel film Oldboy di Park Chan-Wook possiamo notare un’ enorme quantità di ellissi, in particolare microellissi (cioè salti temporali molto piccoli) come si vede in questa scena. Il protagonista resta rinchiuso per 15 anni e il passaggio di tempo è mostrato tramite tante microellissi continue(spesso sono anche jump cut, ma ne parleremo più avanti). Le tecniche che possono essere usate per ottenere un montaggio ellittico sono varie, ma di questo ne parleremo nei prossimi articoli.

  • Montaggio connotativo : è un montaggio che ha lo scopo di produrre senso, di creare un significato.

Esempio :   https://www.youtube.com/watch?v=Ybhz5Dpet_0

Nel film Tempi moderni di Charlie Chaplin possiamo notare il montaggio connotativo già nella primo stacco del film. Nella prima inquadratura c’è un gregge, nella seconda inquadratura ci sono gli operai che tutti insieme raggiungono la fabbrica. Il significato prodotto è evidente ed è bastato accostare due immagini.

  • Montaggio formale : si basa su effetti di tipo formale, sia grafico-spaziali che ritmico-temporali.

Esempio : http://www.youtube.com/watch?v=QSxI0OOjR0Y

Nel film 2001 : Odissea nello spazio di Stanley Kubrick c’è un famosissimo esempio di montaggio formale che funge anche da ellissi temporale.  Al minuto 2:30 possiamo ammirare come la forma dell’osso ed il suo movimento ci porta con estrema fluidità alla forma dell’astronave nell’inquadratura successiva.

  • Montaggio discontinuo : tipo di montaggio che racconta la storia trasgredendo le regole della continuità classica(nei prossimi articoli capiremo meglio il discorso della continuità)

Esempiohttp://www.youtube.com/watch?v=1KUVwKp6MDI

Nel film Fino all’ultimo respiro di Jean-Luc Godard ci sono ad esempio dei falsi raccordi come al minuto 00:20. Ma su questo non voglio dire altro perchè ne parleremo nei prossimi articoli.

Questi sono i tipi di montaggio principali, poi ci sono delle piccole varianti che però sono di minor importanza. Ciò che conta ora è capire queste tipologie di montaggio principali e cominciare ad individuarle durante la visione di un film.

Come già detto approfondiremo meglio tutti questi argomenti nei prossimi articoli e andremo ad analizzare le tecniche precise che si utilizzano per ottenere certi risultati.

Ora vi saluto e vi consiglio, per chi non l’avesse fatto, la visione dei film da me citati in questo articolo.

Ciao a tutti, al prossimo articolo!

Guadagnare da videomaker

Ciao a tutti! Noi videomaker sappiamo benissimo che questo è un mestiere economicamente duro, nel senso che si può stare periodi senza vedere neanche un euro. Questa però è anche la nostra passione e fare questo mestiere per noi è un divertimento.

mad money

Allora perchè non approffittare di alcuni siti che danno la possibilità ai videomaker di partecipare a concorsi creativi, tentando di vincere ottime somme di denaro(e avere anche la soddisfazione di avere realizzato un video per un marchio importante)? A volte basta avere una grande idea e armarsi di una semplice telecamera per avere ottime opportunità.

Ecco alcuni siti che vi consiglio:

Questi sono i migliori siti dove poter partecipare a contest davvero seri e stimolanti(si parla sempre di marchi importanti).

Altrimenti vi consiglio di andare su Wimtv dove potete creare una webtv o vendere video ad un acquirente sul marketplace.

Da non sottovalutare sono i siti di microstock come ad esempio Pond5 dove potete caricare i vostri video o le vostre foto, fissargli un prezzo, ed aspettare che qualcuno li compri(i siti sono internazionali perciò anche se il prezzo è basso ci sono comunque possibilità che siano in tante le persone ad acquistare un vostro video e/o foto e i soldi che ricevete sono comunque abbastanza).

Altri siti di Stock : Shutterstock, iStock, Fotolia, Depositphotos, 123rf.

Se masticate un po’ l’inglese o se avete voglia di attaccarvi a google translate, c’è un forum in lingua inglese che affronta tutti i temi del microstock : http://www.microstockgroup.com/.

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Non c’è cosa più bella che guadagnare con la propria passione. Si guadagna due volte, materialmente e mentalmente. E in più ci si diverte!

Spero che questo articolo vi possa essere stato di aiuto, per qualunque cosa commentate! Iscrivetevi al blog per essere aggiornati ogni volta che pubblico un nuovo articolo. Alla prossima!

Storia del montaggio (in breve)

Come tutti sapete il cinema nacque ufficialmente nel 1895. Nei primi film il montaggio non esisteva o, come nei film di Melies(che utilizzava gli stacchi di montaggio per creare effetti speciali), era ridotto al minimo.

La cosa fondamentale da capire è che il montaggio dei primi film non aveva uno scopo narrativo, ma era un semplice accostamento di inquadrature senza soluzione di continuità. Il primo che iniziò a ricercare una continuità visiva nei suoi film fu Edwin S. Porter che  grazie a questo diede una grande dinamicità ai suoi film. Porter riuscì a capire che l’unità di base della struttura di un film è l’inquadratura e non la scena come per le opere teatrali. Egli con le sue intuizioni spianò la strada a David W. Griffith, il vero inventore del montaggio così come lo concepiamo oggi basato su un linguaggio e una grammatica ben precisa(ovviamente in questo caso si parla di cinema classico).

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Griffith ebbe numerose intuizioni : la variazione delle inquadrature ai fini dell’ impatto, i campi lunghissimi, i primi  piani, i tagli e le scene di inseguimento, il montaggio parallelo e le variazioni del ritmo. Griffith fu essenzialmente un grande sperimentatore che riuscì a strutturare un grammatica cinematografica che ancora oggi usiamo. Il suo apice lo raggiunse con Intolerance, film del 1916, dove montò parallelamente quattro storie di intolleranza ambientate in tempi storici diversi, collegate fra loro da un inquadratura di una donna che fa dondolare un culla(simbolo della purezza). Era solo il 1916 e Griffith aveva già sperimentato il montaggio parallelo di scene temporalmente molto distanti, il tutto con un scopo narrativo ben preciso.

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Intanto in Unione Sovietica Griffith fu oggetto di intenso studio.

Vsevolod Pudovkin cercò di sviluppare una teoria del montaggio che permettesse ai registi di superare la classica teoria di Griffith.  Pudovkin approfondì l’idea di Griffith dell’ inquadratura come unità di una scena, per creare nuovi significati. Con i suoi primi lavori(insieme a Kulesov) si capisce che una stessa inquadratura unita a inquadrature diverse può portare il pubblico a diverse conclusioni. E’ di questo che fa parte il cosiddetto “Effetto Kulesov“. Ovvero lo stesso primo piano dell’ attore Ivan Mosjukhin venne accostato a tre inquadrature diverse: un piatto di zuppa sopra un tavolo, una bara con una donna morta e una donna succinta. Le reazioni del pubblico ai tre diversi accostamenti suggerirono prima una persona affamata, poi una persona sconvolta e infine una persona che provava desiderio.

Pudovkin quindi portò  avanti le tecniche del motaggio più di Griffith, ma non quanto il suo contemporaneo Sergej Ejzenstejn.

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Forse il regista russo più importante, Ejzenstejn, fu il vero teorico del montaggio dal momento che fu l’autore di tanti scritti in merito, in particolar modo proprio del testo “Teoria generale del montaggio“. Egli insistette molto sulla costruzione del senso grazie alla pratica del montaggio ideando varie teorie di montaggio come ad esempio la “teoria delle attrazioni” dove il montaggio caotico e frammentario ha lo scopo di catturare l’attenzione dello spettatore per trasmettere un concetto, per scuotere l’animo.

Delle tipologie di montaggio che inventò parleremo più avanti ma ciò che conta capire ora è quello che lui stesso dice : “La giustapposizione di due frammenti di film assomiglia più al loro prodotto che non alla loro somma“.

Grazie alle innovazioni di Pudovkin ed Ejzenstejn anche gli esponenti dell’ espressionismo tedesco e del surrealismo capirono che attraverso la correlazione o l’opposizione di due immagini in sequenza, si ottenevano significati e simbolismi che andavano oltre il contenuto delle singole inquadrature.

In particolar modo il surrealista Luis Bunuel era interessato ad un tipo di cinema che annichilisse il significato, disseminato di colpi di scena. Un Chien andalou (1929) ne è un grande esempio.

Il periodo del cinema muto che arriva all’incirca fino al 1930, fu un epoca di grande creatività e sperimentazione. Fu un periodo in cui il montaggio, senza le restrizioni del sonoro, raggiunse la maturità e fornì innumerevoli soluzioni ai registi.

Con l’avvento del sonoro ci fu un momento di stasi nelle innovazioni creative, ma col tempo ci si accorse che esso poteva fornire ulteriori soluzioni registiche e di montaggio. Il suono poteva fungere da raccordo di montaggio e allo stesso tempo poteva essere in campo o fuori campo(L’angelo azzurro di  von Sternberg ne è uno dei primi esempi). Ma di questo parleremo più avanti.

Come reazione a questa innovazione tecnica, vista dai registi sovietici come strumento limitativo per la creatività, nel 1928 Ejzenstejn, Pudovkin e Alexandrov lanciarono il Manifesto dell’asincronismo, con cui chiarirono la necessità di un impiego contrappuntistico del suono rispetto all’immagine.

Alfred Hitchcock, con Blackmail(1929), film girato in parte muto e in parte sonoro, fu uno dei primi sperimentatori del sonoro come forma narrativa che va al di là della semplice funzione didascalica, cercando di trasformare le limitazioni del sonoro in vantaggi creativi. Egli cercò di creare stati d’animo attraverso l’unione di immagini e sonoro.

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Grandi passi in avanti furono fatti da Fritz Lang con M, il mostro di Dusseldorf(1931) nel quale creò scene dove la continuità è basata interamente sul suono(memorabile è la scena della bambina e del richiamo della madre).

Ma ritorniamo ora sulla figura di Alfred Hitchcock. Egli fu un grande sperimentatore e fu uno dei pochi a contribuire così tanto alla mitologia sul potere del montaggio. Il suo lavoro abbraccia tutti i concetti relativi al montaggio, dal ritmo, all’ uso soggettivo fino alle idee sul tempo reale e drammatico. Basta guardare la scena iniziale di L’altro uomo(1951) per capire l’importanza narrativa che Hitchcok diede al montaggio alternato e la maestria con la quale egli riuscì ad ottenere tali risultati. Oppure basterebbe rivedere le scene del treno ne Il club dei 39(1935) per capire l’importanza dello stacco sonoro e ammirare il modo in cui questi stacchi sonori non fanno altro che aumentare la tensione drammatica delle scene. Osservando la sua filmografia notiamo inoltre gli stacchi sul movimento come passaggi temporali, i campi lunghissimi per produrre suspense, gli inserti, i primi piani, il divario tra il tempo reale e il tempo drammatico creato grazie ad un attento lavoro di montaggio e di gestione del ritmo.

Tanto ha dato Alfred Hitchcok al montaggio e tanto ha dato al cinema. Ma forse ciò che ci rimane più impresso dei suoi film sono i passaggi dalle inquadrature oggettive a quelle soggettive che rispecchiano gli stati fisici e mentali dei personaggi. E questo si può vedere maggiormente in quello che forse è il suo capolavoro più grande: La donna che visse due volte (1958).

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Bisogna poi ricordare gli esperimenti della Nouvelle vague, che si indirizza verso il montaggio discontinuo, il cinema Felliniano e il suo realismo magico…troppe sono le cose da dire riguardo la storia del montaggio che non basterebbero 100 articoli.

Diciamo allora che più in generale, a partire dagli anni cinquanta, i registi iniziarono ad aumentare il ritmo dei film, eliminando i tempi morti, introducendo l’ellissi, dando maggiore importanza al fuori campo e modificando la continuità temporale del film con più libertà. Si prestava ora maggior attenzione al significato dell’intera scena, ai rapporti di causa ed effetto, all’interpretazione degli attori, tralasciando i particolari non strettamente necessari.

E citando un frase del regista a me tanto caro Alfred Hitchcock :

Il cinema è la vita con le parti noiose tagliate

Per qualunque domanda o suggerimento non esitate a commentare!

Ah, e grazie a tutti, è merito vostro se il blog ha raggiunto i 100 iscritti dopo appena un mese di vita! Ciao a tutti!

Che cos’è il montaggio?

Che cos’ è il montaggio? E’ una domanda molto difficile perchè ridurre l’arte del montaggio ad una semplice risposta è davvero troppo riduttivo. Diciamo semplicemente che il montaggio è l’arte di unire o tagliare le inquadrature, combinando elementi sonori e visivi , lavorando sul rapporto tra lo spazio e il tempo, creando dei nuovi significati (vedi l’effetto Kulesov), e riscrivendo il film un altra volta.

Il montaggio quindi serve a produrre senso, a dare una forma, a dare un ritmo, a creare un propria dimensione temporale e a creare lo spazio.

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Le tre classiche unità della scena drammatica (spazio, tempo, azione) sono rispettate perfettamente ma con una grande libertà. In questa delicata operazione di ricostruzione dell’unità della scena, di ricostruzione dell’ illusione di realtà, il montaggio mette a dispozione tutta una serie di trucchi e di inganni dei quali parleremo più avanti.

Nei prossimi articoli approfondiremo il montaggio e parlerò di:

Ora vi lascio consigliandovi tre film da guardare per analizzarne il montaggio, elemento fondamentale di questi tre film.

La donna che visse due volte (Vertigo) di Alfred Hitchcock      (Montaggio : George Tomasini)

JFK – Un caso ancora aperto di Oliver Stone     (Montaggio : Joe Hutshing, Pietro Scalia)

Fino all’ultimo respiro di Jean-Luc Godard     (Montaggio: Cecile Decugis, Lila Herman)

Lezione di fotografia (cinematografia)

Concludiamo questo primo mese di vita del blog (le cui statistiche promettono molto bene) con un video di qualche tempo fa: una lunga intervista al grande Vittorio Storaro(il direttore della fotografia per eccellenza) nella quale parla della fotografia sotto tutti i punti di vista, analizzando il proprio libro “Scrivere con la luce” sfogliandolo pagina per pagina.

Riguardo al libro Storaro disse “non è solo un libro ma il progetto di una vita, per capire quanto filosofi, pittori, scienziati di tutto il mondo hanno speso in ricerca intorno al mistero della visione. È un insieme di scritti e immagini, frutto di circa trent’anni di esperienze, diviso in tre capitoli principali, contenenti un unico ragionamento di vita

E ora non ci resta che guardare il video e partecipare a questa meravigliosa lezione di fotografia ascoltando quello che è l’insegnante ideale per ogni appassionato dell’argomento.

Link video : Scrivere con la luce

Le professioni cinematografiche

Spesso mi accorgo che c’è un gran bisogno di fare chiarezza su quali siano le professioni del cinema. Lo so perché io in prima persona ho cercato per tanto tempo di chiarirmi le idee in merito e perché quando una persona ti chiede cosa fai nella vita non puoi fare altro che rispondere un generico “Faccio cinema” sapendo che se vai nello specifico la persona dall’altra parte non capirà mai.

Perché dobbiamo tutti sapere cosa sia un idraulico, un muratore, un medico… e non cosa sia un direttore della fotografia, una segretaria di edizione, un ispettore di produzione, un macchinista…? Perché quando le persone apprezzano un film pensano che sia solo merito del regista non sapendo che dietro al film ci sono tantissime altre persone che in ogni dettaglio lo valorizzano e gli danno forma?

Forse perché il settore cinematografico è un campo per il quale c’è pochissima informazione(perlomeno in Italia) che viene spesso snobbato e  sminuito.

Lo scopo di questo articolo è quello di diffondere il più possibile queste informazioni, di far conoscere alla gente i mestieri del cinema così come conosce i mestiere considerati “normali”. E soprattutto di chiarire le idee a chi studia cinema e a chi, come è capitato a me, cerca di avere un idea più chiara e più nitida di quelle che sono le singole professioni cinematografiche.

Nella lista non sono presenti esattamente tutte le professioni poiché sono veramente tante e ciò che conta per il momento è capire le principali. E ora:

Motore…partito… ciak… Azione!

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Come anticipato alcune figure non sono presenti come ad esempio il location manager(ricerca ed individua le location adatte al film e si occupa di risolvere tutti i problemi logistici connessi), il colorista(esegue la color correction), il direttore del doppiaggio, ecc… Ma ora andiamo a capire quali sono le mansioni di alcuni ruoli cinematografici che necessitano una spiegazione per evitare confusioni.  (Molti ruoli non li ho spiegati poiché mi sembravano ovvi, ma se per caso ho sbagliato nel valutare e qualcuno è interessato alla definizione di uno di questi ruoli basta che commentate e io farò il possibile 🙂 )

Produttore : Colui che “mette” i soldi o che recupera i finanziamenti necessari alla realizzazione del film.

Produttore esecutivo :  Responsabile della produzione sul set. Approva le spese e fa rispettare il budget.

Organizzatore : Ha le stesse competenze del produttore esecutivo. Esso fa il preventivo, gestisce e trova i collaboratori e il personale necessario per la produzione, compone la troupe.

Direttore di produzione : E’ il responsabile  diretto dell’organizzazione produttiva. Agisce alle dipendenze del produttore esecutivo ed è collaboratore diretto dell’organizzatore.

Ispettore di produzione : Sorveglia la preparazione che si svolge fuori dal set e coordina le funzioni logistiche del set.

Segretaria di produzione : Si occupa dell’organizzazione generale della troupe, degli spostamenti e dei viaggi, del noleggio dei mezzi di trasporto, delle auto e i furgoni per il materiale, dei pasti per tutta la troupe e per gli attori.

Regista:  Il regista è colui che ha in “mano” tutta la troupe, che  prende le decisioni finali (sulle proposte dei reparti l’ultima parola spetta a lui), che dirige gli attori nella recitazione e nei movimenti, che “visualizza” il film e ne sceglie le inquadrature. E’ il vero “padre” del film.

Aiuto regista :  E’ l’alter ego del regista. Colui che può sostituirlo qualora l’urgenza lo richiederebbe. Deve coordinare tutti i reparti e rappresenta quindi l’unione tra il regista e il resto della troupe.

Assistente alla regia : Fa da raccordo tra alcuni reparti. Collabora con l’ aiuto regista seguendone le direttive  per i movimenti dei mezzi di scena e delle masse.

Segretaria di edizione : Ha il compito di curare la coerenza e la continuità delle riprese in modo che non vi siano incongruenze di qualunque tipo. Possiede il bollettino di edizione nel quale annota il numero dei ciak e i take buoni, segna i timecode, e qualunque cosa sia necessaria da ricordare.

Direttore della fotografia : E’ il responsabile dell’illuminazione e della ripresa di un prodotto audiovisivo. Esso narra il film con la luce, curandone le inquadrature.

Operatore Steadycam : E’ l’operatore che utilizza la steadycam (quest’ultima  è un supporto per la macchina da presa dotato di sistemi di ammortizzazione che rende fluida la ripresa, ma di questo ne parlerò meglio nell’articolo sull’attrezzatura tecnica)

Assistente operatore : Durante la fase di ripresa esegue i cambi di fuoco necessari, controlla che tutti i parametri tecnici siano corretti e corrispondenti alle esigenze del direttore della fotografia.

Aiuto operatore : Aiuta l’assistente operatore. Si occupa della cura, della manutenzione e della pulizia della macchina da presa.

Video Assist : Si tratta dell’addetto al monitor di scena curandone il funzionamento , i collegamenti e la sua calibrazione.

Data manager : Deve scaricare i supporti di registrazione e allocare il girato con nomi e estensioni file previsti e concordati, deve  fare le copie di back up, preparare i file per una preview,  e consegnare alla post-produzione i file nei formati come da accordi presi in fase di pre-produzione.

Scenografo:  E’ in grado di provvedere alla costruzione di ambienti scenografici curando la progettazione grafica e la realizzazione delle scene, in coerenza con il contesto storico, lo stile narrativo espressivo linguistico e la natura emozionale della storia.

Assistente scenografo : E’ l’alter ego dello scenografo con qualche responsabilità in meno.

Costumista : E’ in grado di provvedere all’ideazione e alla realizzazione di costumi e accessori in coerenza con il contesto storico e il tema proposto dal copione.

 Macchinista: E’ in grado di ideare e realizzare soluzioni tecniche a supporto della regia, dei sistemi di ripresa e dell’illuminazione, mediante la costruzione e la messa in opera di strutture e attrezzature.

Montatore:  E’ colui che monta il film, ovvero attraverso il software di montaggio costruisce le scene selezionando il materiale audiovisivo, combinandolo e tagliandolo dove necessario o dove l’intuizione artistica lo richiede. Al montaggio si riscrive il film nuovamente e descrivere questo mestiere con poche parole è veramente riduttivo. Farò un articolo che riguarda il montaggio approfondendo questo mestiere.

Assistente al montaggio e Aiuto montatore : Si occupano di tutta la “logistica” del materiale da montare, preparano il materiale necessario, ne verificano la precisione… rappresentano la “memoria” del montatore. Nella gerarchia cinematografica l’assistente montatore è più importante e l’aiuto montatore è un collaboratore dell’assistente.

Per il momento chiudo qui il discorso sui mestieri del cinema. Mi scuso se spesso ho dovuto usare spiegazioni molto banali e riduttive ma vi assicuro che ogni cosa avrà il suo approfondimento. L’importante è che per ora riusciamo ad avere un quadro generale di quelle che sono le professioni cinematografiche e perché no cominciare a specializzarsi in uno di questi mestieri.

Vi ricordo che per qualunque dubbio o chiarimento basta lasciarmi un commento e io risponderò.

Ciao a tutti, e… Stop!